Chiamatelo Sesto Senso


Personaggi: ,
Rating: Verde
Genere: Commedia
Numero parole: 2152
Numero Capitoli: 1
Introduzione: Durante una conversazione, chi non ha mai detto "Il mio sesto senso mi dice che..."? A volte ci affidiamo completamente a lui, altre volte capiamo che non è un'arma infallibile. Come tutti noi, Ginny ha Albert. Il suo sesto senso. Tuttavia, a differenza di tutti noi, il suo è davvero infallibile.
Chiamatelo Sesto Senso


Un pizzicore leggero, ma allo stesso tempo fastidioso, seguito da un forte starnuto che annunciava nel raggio di una decina di metri la sua presenza.

Accadeva più o meno questo quando il suo sesto senso prevaleva sugli altri cinque in modo totalmente disruptivo e prepotente. La coglieva senza alcun preavviso e per questo lo odiava. Le accadeva di non potersi controllare, sia lungo un corridoio, sia durante una lezione del professor Piton. Attorno a lei si creavano, costantemente, situazioni imbarazzanti, accompagnate da piccole risate di scherno.

Un conto, era inondare di germi il proprio fratello — anzi, trovava il tutto perfino divertente — un conto, era bloccarsi di fronte a Lavender Brown, dare libero sfogo al suo istinto, sopportare la tipica frase "Ginny, sei disgustosa! Non troverai mai un ragazzo!" ed essere costretta a dire "Oh, sono estremamente mortificata!" senza, tuttavia, pensarlo veramente.

Non aiutava affatto la sua vita sociale.

Osservò Lavender sparire all'interno di un'aula, mentre Luna Lovegood le si avvicinò, porgendole il proprio fazzoletto. Ginny non fece caso agli strani disegni che lo decoravano. "Cosa credi che le accadrà?" Disse Luna, giocherellando con un pendente.

Ginny scrollò le spalle, soffiando forte contro la stoffa. "Non saprei. Ne combina così tante che è difficile dirlo."

L'espressione di Luna si illuminò estasiata. "Credi che verrà assalita dagli Schiopodi?"

La giovane Weasley sopprese a stento una risata. "Per Merlino, Luna! Spero che il futuro le riservi una sorte migliore!" E con quelle parole, entrambe si incamminarono verso la torre di Divinazione, dove la professoressa Trelawey attendeva raggiante i suoi cari studenti.

**


Quando Ginny desiderava fortemente qualcosa, vi era sempre un imprevisto che le rovinava i piani. Come in quel momento, mentre Ginny sedeva pigramente sul soffice divano della Sala Comune di Grifondoro. Aveva anelato quel momento per tutto il giorno, dopo che gli allenamenti di Quidditch avevano contribuito a renderla più stanca del normale. Sentiva il respiro diventarle flebile, segno che di lì a pochi secondi sarebbe caduta in un dolce ed accogliente sonno. Le voci dei pochi studenti che popolavano la sala presero a suonarle lontane e indistinte.

"PER LE MUTANDE DI MERLINO!" Una voce femminile gracchiò isterica e un sonoro thud fu il segno inequivocabile che Ginny era caduta dal divano.

"Povera Lavy!" Ginny osservò furente il volto di Parvati Patil bagnato dalle lacrime, mentre quest'ultima si sorreggeva al braccio della sorella in preda ai singhiozzi. "Oh, povera Lavy!" Continuò Parvati, attirando l'attenzione di tutti coloro che si erano voltati a causa delle sue urla. La prima ad avvicinarsi fu Hermione, che assieme a Ron ed Harry stava studiando in un angolo della sala.

"E' forse successo qualcosa a Lavender?" Bisbigliò a Padma, mentre i singhiozzi di Parvati non accennarono a fermarsi. Padma sospirò sotto alla salda presa della sorella, sollevando lo sguardo al cielo.

"Sì, pare che –"

"E' piena di pustole!" Gridò Parvati, sollevando lo sguardo acquoso su Hermione. A quelle parole, la popolazione maschile che stava assistendo in quel momento alla scena si esibì nelle smorfie più svariate.

Hermione si ritrasse un poco, come se la stessa Parvati potesse esserne affetta.

Parvati sospirò nuovamente, conducendo la sorella sul divano precedentemente occupato da Ginny che, neanche a dirlo, rivolse uno sguardo terribile alle due gemelle. Parvati piecchiettò un po' sulle spalle della sorella, tentando di calmarla, e riprese a parlare. "Madama Pince ha detto che si tratta di una malattia babba chiamata psoriasi pustolosa. E–"

"E' diventata un pesce!" Singhiozzò Parvati, soffocando la sorella con le braccia che le aveva avvolto attorno al collo.

"Un pesce?" Domandò Ginny, senza preoccuparsi di mascherare il disgusto nel tono della sua voce.

"Non proprio un pesce," Si affrettò ad aggiungere Padma. "Ma la psoriasi comporta la formazione di squame sulla pelle e delle pustole di pus."

"Oh, Santo Merlino." Disse Hermione, scacciando dalla mente l'immagine di Lavender.

"Fortunatamente, non è contagiosa." Concluse Padma, portandosi in piedi. "Avanti, Parvati. Andiamo in camera." L'ordine suonò dolce, tanto che la gemella si portò anch'essa in piedi e seguì Padma verso la rampa delle scale che conduceva al dormitorio femminile. Quando scomparvero, Ginny, di fianco ad Hermione, aggrottò la fronte. "Accidenti, il futuro non è stato poi così benevolo con lei."

La maga bruna si voltò a guardarla con cipiglio severo. "Devo dedurre che tu centri in qualche modo?"

Ginny abbassò le spalle, rassegnata. "Stamani le ho starnutito addosso."

Hermione sgranò lo sguardo. "Oh, Ginny! Non di nuovo!"

La giovane Weasley si ritrasse sulla difensiva. "Non è colpa mia, Herm! Prenditela con Albert!"

"Albert?" Domandò perplessa Hermione. "Oh, il tuo sesto senso, sì."

Ginny si lasciò cadere sul divano, ormai completamente sveglia. "Non è colpa mia se quando starnutisco accade sempre qualcosa!"

"Il tuo ses–, cioè, Albert è molto strano. E' un dono, Ginny. Potresti averlo ereditato."

Ginny arricciò il naso. "Non certamente da zia Muriel."

"Ai tuoi ne hai parlato?"

Ginny fece un cenno d'assenso. "Mamma dice che a volte è normale che un mago mostri una forte predisposizione per qualcosa, ma non ho nessuna intenzione di diventare una pazza isterica come la professoressa Trelawey!"

A quelle parole, Hermione sorrise. "No, non credo che sarai come lei. Le tue capacità sono diverse."

"E assurde." Aggiunse Ginny. "Dove si è mai sentito una maga che predice il futuro con uno starnuto?"

Alla domanda di Ginny, seguì la risata di Hermione, tanto forte che perfino Harry e Ron si voltarono a guardarla, sorpresi. Imbronciata, la giovane Weasley appoggiò il volto sul palmo di una mano. "Perfetto, faccio anche ridere." Grugnì.

"Oh, no," Singhiozzò Hermione, in lacrime. "No, Gin. Pensa, pensa ad Albert come una opportunità!"

Ginny sollevò scettica un sopracciglio. "Opportunità?"

"Sì, non esistono molte persone con un sesto senso così... così..."

"... pronunciato?"

"Sì, esatto!"

Ginny si soffermò a guardare il volto di Hermione, soppesando le parole della maga.

"Oh, beh, credo di non poter fare altrimenti." Concluse, infine.

"Vedrai, sono certa che ti tornerà molto utile." Il sorriso malizioso di Hermione non passò inosservato.

**


"Potresti diventare assurdamente ricca, Gin!"

Ron era senz'altro più entusiasto di quanto lo fosse lei. "Non essere sciocco, Ron. Non ho la capacità di vedere cosa succederà allo sventurato."

Ron si lasciò cadere sulla panca, abbandonando la cartella di fianco a sè. "Adesso che ci penso," Disse, senza considerare il discorso della sorella. "Ogni volta che mi starnutivi addosso accadeva sempre qualcosa! Anche quando caddi dalla scopa durante l'allenamento, tu- tu-"

Ginny osservò lo sguardo del fratello perso nel vuoto.

"TU!" Urlò il giovane Weasley, puntando il dito indice contro Ginny. "Sei stata TU!"

Ginny roteò lo sguardo ed inforcò la forchetta. "Oh, perfetto!" Bofonchiò.

Ron mosse le labbra come un pesce fuor d'acqua, incredulo. "Tu- tu- tu- come hai potuto?!"

"Oooh, piantala di fare il telefono, Ron!"

Il volto paonazzo di Ron costrinse Ginny a desistere. "Ok, lascia perdere."

"Sono stato in infermeria per una settimana!" Continuò Ron, inflessibile. "Ho dovuto bere quella brodaglia!"

Le nocche sul pugno di Ginny divennero bianche, tanto che la forchetta sembrò piegarsi alla forza della ragazza. Si alzò di scatto, facendo tintinnare le vettovaglie di fronte a lei. Mezzo tavolo di Grifondoro rimase con le forchette a mezz'aria, con lo sguardo rivolto alla giovane maga.

"Gin?" Domandò Hermione, tre posti più avanti.

Ginny afferrò un orecchio del fratello e lo strattonò senza grazia. "Ascoltami bene, Ron."

Il silenzio cadde lungo tutto il tavolo, perfino Harry si bloccò a parlare di Quidditch. Il lamento di dolore di Ron aveva attratto tutta la sua attenzione.

"Non. è. divertente." Scandì Ginny, rossa di rabbia. "Credi che mi diverta a starnutire addosso alla gente? A predire chissà quali disgrazie? NO, non mi diverte affatto!" Urlò, strattonando per l'ultima volta l'orecchio del fratello. Quando sollevò lo sguardo, tutti coloro che sedevano vicino al tavolo di Grifondoro la stavano osservando con occhi sorpresi.

Quando Ginny mollò la presa su Ron, quest'ultimo prese a massaggiarsi l'orecchio dolorante. "Sei pazza."

Con un grugnito, Ginny afferrò la propria sacca e a grandi passi si diresse verso il portone che dava nel corridoio. Due file di tavoli più in là, la figura di Luna Lovegood si portò in piedi e corse nella stessa direzione di Ginny. Con lo sguardo fisso verso il basso, la giovane Weasley camminò in fretta, in parte rossa per l'imbarazzo. Quando giunse all'entrata della Sala Grande, Ginny non sentì la delicata stretta di Luna attorno al suo braccio poichè un fragoroso thud la sbilanciò all'indietro.

"EHI! Babbanofila, stai attenta a dove vai!" Sbraitò una voce colma di arroganza.

Ginny sollevò lo sguardo su Draco Malfoy, che, con estrema eleganza, si stava massaggiando il petto. "Ehi, ma dico-"

"Malf-etchuuùù!" Ginny starnutì senza controllo, piegandosi in avanti. Sentì la voce flebile di Luna mormorare un ohi a denti stretti. Le guance le si infiammarono ferocemente, tanto che sentì il coraggio scivolarle sotto ai piedi.

"T-t-t-t-t-t-" Il volto di Malfoy si era fatto notevolmente pallido, più pallido del normale. I muscoli della mandibola si erano contratti in una smorfia dolorosa, mentre gli occhi di un grigio intenso stavano fissando oltre la spalla di Ginny. Senza proferir parola, la giovane Weasley scattò di fianco a Malfoy, scomparendo dietro al lungo tendaggio dell'entrata. Luna rimase interdetta, fissando la figura dell'amica sparire nel nulla. Fece un passo avanti, frugando nella tasca della gonna.

"Ecco Malfoy," Disse con voce pacata, prendendo la mano del ragazzo e depositandosi un fazzoletto. "Buona giornata."

E scomparve anche lei.

Note a fondo pagina: "Chiamatelo Sesto Senso" è un titolo provvisorio. Questa storia, che attualmente conta di un solo capitolo (questo), è nata per soddisfare il prompt 035, Sesto Senso.
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